Un confronto tra progettisti per parlare di identità delle organizzazioni culturali
Nell’ambito dell’incontro “Disegnare l’identità delle organizzazioni culturali”, organizzato da Circolo del Design in collaborazione con Graphic Days, a Torino, Emanuele Cappelli (Founder & Creative Director, Cappelli Identity Design) racconta al pubblico il metodo utilizzato dal nostro studio per ogni progettazione di identità. Affrontando nello specifico il tipo di approccio utilizzato per il design di enti culturali, fondazioni, archivi storici, associazioni. In due parole: su come si affronta la comunicazione culturale. A questo interessante confronto hanno preso parte anche altri studi provenienti da differenti parti d’Italia come FF3300 (Bari), Muttnik (Firenze) e studio FM (Milano).
Comunicare per la cultura tecnicamente non è così differente dal modo in cui si racconta un brand, la grande differenza è nello storytelling e nella scelta dei contenuti. Un ente culturale ha infatti la grande responsabilità di dover parlare a nome di tutto un popolo della sua cultura appunto e di come si è evoluta nel tempo. Una Fondazione, un Museo o anche un Festival ha il dovere di restituire al proprio interlocutore il patrimonio umano che ci riguarda tutti. Il design allora diventa un processo strategico che aiuta a mettere a fuoco obiettivi, priorità e soprattutto i mezzi e i modi con cui perseguirli, definendo strategie di visualizzazione e di comunicazione con cui raccontare quel determinato ente culturale. Alla base delle scelte che definiscono la strategia c’è sempre la necessaria coesistenza tra conservazione e valorizzazione.
Qualche esempio pratico:
Abbiamo avuto in questi anni l’occasione di poter comunicare per molte realtà che si occupano di cultura come ad esempio Fondazione CRT, Associazione Archivio Storico Olivetti, Fondazione Adriano Olivetti per queste ultime due entità abbiamo potuto lavorare con la storia e i valori importanti per la nostra cultura e dove architettura, design e della bellezza hanno contribuito a formare l’identità. Olivetti è un pezzo del nostro orgoglio italiano, un patrimonio necessario da condividere. Per questa realtà abbiamo affrontato la progettazione delle identità, un redesign, in questo caso digitale.
Come il nostro approccio vuole abbiamo creato un sistema identitario dove il logo non è più l’unico protagonista. Al centro di questo sistema adesso parlano i valori da esprimere poi sui vari media.
Anche per l’Italian Pavilion del Festival del Cinema di Venezia (2018) e del Festival del Cinema di Cannes (2019) abbiamo costruito un sistema identitario a partire dal loro concept. Per il primo caso, dedicato al cinquantesimo anniversario del ’68, abbiamo scelto per l’allestimento dello spazio di comunicare l’atmosfera di quegli anni attraverso la riconoscibilissima optical art. Per Cannes, allo stesso modo, abbiamo voluto raccontare un mood con vari elementi sensoriali. Partendo dal concept intitolato Vizi e Virtù, l’Italian Pavilion diventa un’installazione interattiva nel quale linee di luce, laser, fibre ottiche, suoni e immagini accompagnano i visitatori lungo il loro attraversamento tra vizi e virtù.
Questo modo di progettare noi lo chiamiamo Dynamic brand da poco divenuto un libro edito dalla casa editrice Skira e che presentiamo Giovedì 24 marzo alle OGR Tech di Torino.